sabato 14 dicembre 2013

STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO



A Genova un coordinamento di reti, associazioni e comitati , a cui partecipano numerosi circoli Arci  "Considerato l'alto indice di urbanizzazione e impermeabilizzazione del suolo, lo stato di abbandono del territorio ed il rischio idrogeologico che ne consegue, le difficoltà di accesso alla terra per la produzione agricola locale, l'elevato numero di edifici vuoti e l'andamento demografico decrescente(...), chiede che il PUC (Piano Urbanistico Comunale) non preveda ulteriore consumo di terreno libero, nè in superficie, nè sottoterra. Potete approfondire leggendo questo ARTICOLO

venerdì 6 dicembre 2013

LA SOLA STABILITA' NECESSARIA E' QUELLA DEL TERRITORIO E DEL SOCIALE

Ancora oggi, mentre il paese affoga sotto il maltempo, i drammi sociali e del lavoro, la   Commissione Europea continua a chiedere all'Italia maggiori impegni per le privatizzazioni e per la spending review.
Una leadership europea priva di legittimità democratica e del tutto screditata continua a dare ordini e a fare danni enormi nel nostro continente.
 La ricetta del pareggio di bilancio ha distrutto e sta distruggendo la capacità di reggere alla crisi in sempre più paesi.
 La recessione avanza insieme alla distruzione di tutti gli strumenti (investimenti statali, redistribuzione, garanzie sociali) che possono permettere di reagire positivamente alla fase peggiore della nostra storia recente.
 Lo diciamo ad alta voce: l'unica stabilità che ci interessa è quella sociale e del territorio. Così si salva l'Italia e l'Europa.
 Dopo la Sardegna, burrasche anomale e gigantesche hanno portato morte e distruzione in tante regioni del Sud. Siamo vicini alle vittime e alle comunità colpite.
Il riscaldamento globale ha già cambiato il clima nel nostro paese, e non siamo attrezzati. I costi umani, sociali, economici sono già oggi altissimi e diventeranno più alti.
 Il pareggio di bilancio può e deve attendere.
 Chiediamo un gigantesco piano di investimenti pubblici, gestiti in trasparenza sotto il controllo democratico delle comunità locali e dei cittadini, per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e privati, per il riassetto dei piani urbanistici, per la ricostruzione ecologica delle zone terremotate e devastate, per la bonifica delle zone inquinate, per il consumo zero di suolo, per la mobilità sostenibile, per la riconversione energetica, per l'agricoltura di qualità e di piccola scala, per il ripopolamento delle aree non urbane.
 Chiediamo la fine di tutte le opere inutili e distruttive, utili solo ai profitti di pochi, dagli F35 alla Tav, al Muos, alla costruzione e all'ampliamento di centrali e alle discariche inquinanti, alle trivellazioni in mare.
Chiediamo che non si proceda alla svendita e alla privatizzazione di nessun bene comune naturale e sociale e che al contrario si recuperino quelli già sottratti alla comunità
 Così si crea lavoro, si produce e distribuisce ricchezza, così si esce dalla crisi. Così si fa la nostra Europa. Tutto il resto sono bugie. Che vengano dai diktat ideologici europei o dal desolante dibattito politico italiano.

 Roma, 3 dicembre 2013